Alexia #5
"La Scuola"

Per farsi passare per una parente lontana. L'aliena, grazie al consiglio di Michele, decide di frequentare la scuola.

Riassunto

L'alierna Alexia dopo esser stata abbandonata sulla terra, conosce la famiglia walker e seguendo i consigli di Michele, tenta di essere una parente lontana. Peccato che ha dovuto usare i suoi poteri, per liberare un membro della famiglia adottiva.

Tempo lettura circa

La mattina dopo. Michele ando nella camera di Mary e vide Alexia che stava ancora dormendo.

- Alexia alzati, che sono le 7:00.

- Eh, cosa c'e. Haaawwwnnn. - Disse Alexia vedendo Michele.

- Devi alzarti.

- Per quale motivo ?

- Dobbiamo andare dal preside della scuola di Tomas.

- A quest'ora ?

- Si, ho gia preparato tutto.

- Per che cosa dobbiamo andare.

- Come, non ti ricordi che avevamo deciso che diventavi la cugina di Mary e eri venuta per proseguire gli studi.

- Hai ragione mi ero dimenticata. - I due andarono nella sala da pranzo. E videro Sarah intenta a preparare la colazione, Tomas che stava sistemando lo zaino e faceva delle prove con il cronometro, per vedere se funzionava ancora. Mary che mise le tazze sul tavolo.

- Ben alzata Alexia. - Disse Sarah vedendola.

- Grazie.

- Oggi devi venire a scuola con me. - Disse Tomas.

- Cosi sembra.

- Figliolo togli il cronometro. Che da ora in poi andrai con Alexia. Ma ora la accompagniamo insieme.

- Alexia sai dove ti devono portare. - Domando' Mary.

- No. Visto che dovrò riprendere gli studi. Credo che andremo in un posto chiamato scuola.

- E inutile che mi prendete in giro. So benissimo che dalla parte di mio padre non ce nessuna cugina.

- Cosa ! Vuoi mettere in discussione la parola di Michele. - Disse Alexia.

- No di certo. So solo che se mi deve mentire. Trovasse una bugia migliore anziche' quella di una cugina improvvisa.

- Sentimi bene Mary. Mettiamo le carte in tavola. Vedi io non ho mai conosciuto la vostra famiglia. Perchè i miei  genitori erano morti quanto ero piccola. Io ero stata affidata a un istituto. Fino a quando tuo padre mi disse che potevo venire a casa vostra.

- Ma e vero cio che a detto. - Disse piuttosto sorpresa Mary.

- Si figlia mia. Ecco perche lo volevamo nascondere.

- Mi avete convinta. Ora si spiega perche ci ha salvati. Era in debito con mio padre. - Michele prese in disparte Alexia e le disse.

- Come ti e venuta questa storia.

- Quale storia ?

- Come quale ! Quella che hai raccontato a Mary.

- Ah. Quella storia. Non lo so nemmeno io figurati.

- Cosa ! Non mi dire che non sapevi cosa stavi dicendo.

- Esatto ! Hai indovinato. Bravo mi congratulo con te. - Tutto d'un tratto in mezzo alla scena venne uno strano individuo con cuffie e occhiali e disse. - Ho vinto qualchecosa. Ho vinto qualchecosa. - Quando se ne ando Alexia prese la parola.

- Ma. Chi era quello ?

- Non lo dire a me. Che casco dalle nuvole.

Dopo 1 ora, i quattro, cioe Mary, Tomas, Alexia e Michele. Andarono con la macchina a scuola. Quando si fermarono davanti, c'era una folla di ragazzi che occupava l'ingresso. Visto che mancava ancora 1 ora per entrare. Scesero tutti, Michele ando' a parcheggiare la macchina. Mentre i tre andavano verso la folla visto che era ancora presto. Mary incontro' le amiche della gita e parlo' con loro. Tomas invece ando dritto a scuola. Piu precisamente nella sua aula, a meditare. Appena apri la porta si scanso il solito secchio d'acqua. Quando quello che era all'interno della classe lo vide scansarsi disse.

- Come hai fatto a scansarti il secchio.

- Forse non ci credi. Mi sento abbastanza atletico oggi.

- Ma ti senti bene Tomas.

- Eccome visto chi, sperando su mio padre. Verra' da domani.

- Chi e ? Lo conosci.

- Si. Se la vuoi vedere, sta ancora di fuori alla scuola.

- E una ragazza ?

- Si. Hai indovinato.

Intanto Alexia stava ferma sul posto. Sentì la strana sensazione che mille occhi erano puntati su di lei. Mary chiamo' Alexia per farla conoscere alle sue compagne.

- Alexia ti presento Catherine Lourvè.

- Piacere.

- Questa e Terry Mikage.

- Piacere.

- E infine ecco Michela Olivieri.

- Piacere. - E poi disse. - Grazie. Ma... cosa vuol dire ? - Le compagnie rimasero di stucco.

- Come ? Non sai come presentarsi a delle persone.

- Ah, sono delle presentazioni, ora tocca a me. Mi chiamo Alexia "Fire Cat" Green. Ho 36000 Gio' di età. Mi piace solo combattere e fare casino oltre a cucinare. E ultimamente mi sono divertita con delle persone a fare un po' di combattimenti.

- Aheemm. Alexia... - Inizio' Mary e infine domando'. - Cosa vuol dire 36000 Gio'. - Disse Mary.

- "E vero ! Non mi devo far scoprire." Ehm.. Vuol dire che ho 18 anni. - Disse lei un po' imbarazzata.

- Ah. Mi sembrava strano che tu avessi 36000 anni.

- Cosa ! Ma non e vero. Figurati se io vivessi cosi a lungo. - Inizio' lei e penso'. - " Però non mi dispiacerebbe affatto. " - Intanto Michele le si avvicino' e disse.

- Sei diventata famosa Alexia.

- Cosa vuoi dire ? - Domando' lei curiosamente.

- Non so se te ne sei accorta. Ma da quando hai messo piede qui dentro. Non fanno altro che fissarti. - Alexia guardo' con la punta dell'occhio e vide tante teste rivolte verso di lei. E appena si giro' tutti si voltarono da un'altra parte. E lei disse a bassa voce.

- Forse hai ragione.

- Andiamo Alexia. Il preside ci sta aspettando. - Disse Michele, e detto questo stranamente suonò la campanella con mezz'ora d'anticipo. Tutti videro l'ora e i ragazzi non si mossero, mentre le ragazze stavano entrando tutte. Dopo un po' venne fuori il preside e disse.

- Ragazzi, da oggi si cambia. L'orario e alle 8:30 e se non vi sbrigate vi metto la nota di sospensione a tutti. - Alexia vide il preside che e alto 1.60cm capelli bianchi, un po ricurvo. E domando' incuriosita.

- Michele. Chi e quel vecchio ?

- Forse ti sembra strano. Ma quello e il preside della scuola.

- Cosa ! I..i..impossibile.

- Strano ma vero, andiamo. - E entrarono nella scuola. L'entrata e costituita da un corridoio lungo in entrambi le direzioni. E all'estremita destra del corridoio c'erano delle scale che portavano verso sopra e verso giu.

- Ogni volta che metto piede. Sembra che il tempo si sia fermato. - Disse sopra pensiero Michele.

- Perche ? - Domando' Alexia.

- Questo corridoio porta a delle scale. Ma se noti bene, prima delle scale c'e una porta. Quella porta e la direzione, mentre le scale portano alle aule. E stata creata molto bene questa scuola. Vedi per ogni piano corrisponde un anno per quasi tutte le aule. Quindi al primo ci sono quelli del 1° dalla A alla S, non riuscirono a mettere tutte le lettere. E al preside gli piaque cosi.

- Allora se ho capito bene. Ogni piano c'è un anno. In totale quanti piani sono.

- Come ! Non lo sai ? - Rispsoe Michele, e penso'. - " E vero ! Me ne ero dimenticato che non e Mary. " - Poi disse. - Allora sono cinque piani in cui i miei figli stanno. Al terzo piano la piu grande. E al secondo il piu piccolo.

- Ma come faranno a scendere quando finira' visto che erano in molti che sono entrati.

- Se noti anche a sinistra c'e un'altra scala e quindi escono dai lati.

- E le scale che vanno verso giu. Dove portano ?

- Ehm. Portano hai bagni. Il preside, li ha ampliati ultimamente.

- Ovvero ? Cosa vuol dire ampliati.

- In parole povere. Vuol dire quando una stanza viene allargata.

- Perche li ha ampliati.

- Non lo so. Ma si dice che stanno dei bagni di tutti i tipi. Da quello normale, a quello extra lusso con vasca per idromassaggi. [TE'SCO PUBBLICITA' REGRESSO] Ora basta con le chiacchiere andiamo dal preside. - I due andarono dal preside e bussarono. Improvvisamente si apri' la porta e usci un ragazzo.

- Grazie preside. Senza di lei non saprei come fare a superare il compito in classe.

- Va bene giovanotto. Ora vada nella sua aula.

- Grazie. Grazie. E ancora grazie.

- Se non la smetti giovanotto. Gli diro' di farti mettere 10/100.

- No. Vado subito via. Scusate. - E ando via per le scale. Il preside vedendoli li fece accomodare.

- Benvenuti. Da quanto tempo che non ci vediamo Michele. E questa, chi sarebbe ? - Disse infine indicando Alexia.

- Come ? Non ti ricordi che sono venuto ieri, per parlarti di un problema.

- Allora sarebbe lei il problema.

- Sentimi bene. A chi dai del problema ? Vecchietto. - Disse battendo le mani sopra la scrivania.

- Perdonatela non sa quel che dice. Alexia problema non e un offesa.

- Mi scusi ma sapete sono nuova di queste parti. - Disse arrossendo.

- Sei scusata. - Disse il preside, e continuo dicendo. - Ora torniamo a noi Michele.

- Per favore Alexia puoi lasciarci soli per qualche minuto.

- Va bene Michele.

- Ma chi ti ha insegnato l'educazione !! Non sai che devi portare rispetto alle persone piu grandi di te. - Disse un po' arrabbiato il preside.

- Non lo sapevo. Ma io conosco il suo nome. Quindi lo chiamo per nome. - Rispose lei un po' decisa.

- Va bene. Il signor Michele mi spiegera tutto. Se non ti dispiace gradiremo se tu andassi a vedere la scuola.

- D'accordo. - Rispose lei un po' arrabbiata. E usci' dalla stanza.

Dopo che lei usci dalla stanza e sali le scale. Attraverso il primo piano fino all'estremita' e prese le scale. Sali al secondo piano senza accorgersi che a ogni aula che passava la lezione si interrompeva per cause di forza maggiore. Poi sali il terzo quando vide Mary che usci dall'aula, la salutò e si misero' a parlare.

- Come mai stai qui fuori Mary ?

- No e che devo andare al bagno. Quindi sono uscita.

- Va bene io vado a dare un occhiata agli altri piani.

- Fai attenzione. Che al quinto piano ci sono dei tipacci.

- E cosi allora. Mi divertiro'. - Cammino' con passo un po' piu veloce, e si vide che la sua immagine appariva ad intermitenza, subito dopo si fermo' e penso'. - " Non posso andare veloce, altrimenti mi vedranno scomparire. Anche se non vedo l'ora di andare al quinto piano dovrò pazientare." - Dopo di che camminò e sali le scale per il quarto piano. Era la tranquillita in persona mentre attraverso' il piano, ma quando vide le scale che portavano al quinto, le prese una felicita' enorme visto che forse si doveva divertire. Sali' tutta tremante dall'emozione al quinto piano. Ma non vide nessuno nel corridoio, un po' dispiaciuta passo' tranquillamente le aule e vide delle altre scale e si chiese. - Chissa dove portano queste scale. - Li sali'.

Quando non fu in vista, dei ragazzi uscirono dalle aule e aspettarono che scendesse. Quando uno di loro parlò.

- Ora si che ci divertiamo.

- Ma cosa vuoi fare e solo una ragazza.

- Quello e il bello hahaha.

Intanto Alexia. Ignara di cio che era successo al piano appena lasciato, sali le scale. Vide una porta e tento di aprirla. Ma era chiusa a chiave.

- Questa porta che non si vuole aprire. Mi fa arrabbiare. - Detto questo si guardo intorno, per vedere se c'era qualcuno nei paraggi, ma non notando nessuno, fece uscire l'artiglio sinistro e graffiò la serratura. Poi diete un calcio alla porta che si apri e usci. Cio che vide, era un panorama che dava sulla strada.

Intanto i ragazzi sentento il rumore corsero verso le scale e videro' la porta aperta. E uno dei ragazzi si chiese.

- Ma come ha fatto ad aprirla ? Visto che abbiamo noi la chiave.

Sul tetto Alexia guardò il panorama. Quando si fermo' e vide delle persone vicino alla macchina di Michele. Subito corse e scese giu. L'estrema velocita' la fece passare innosservata dai ragazzi che vide all'improvviso sul quinto piano e penso.

- " Allora stavano e stanno aspettando che io scenda. "

- Che vento. Ma e la porta che fa venire questa corrente d'aria. Mi sono stufato ad aspettare. Andate sopra e prendetela. - Disse il capo del gruppo.

I ragazzi salirono le scale e videro che non c'era nessuno. Esaminarono meglio la porta aperta. Si accorsero che la serratura era graffiata come se un animale si fosse accanito sulla porta. I graffi avevano attraversato tutta la serratura che era ridotta in pezzi, e ora non ci voleva niente ad aprirla. Dopo di che scesero' giu.

- Senti. La ragazza non c'è. - Disse uno di loro.

- Come sarebbe a dire che non c'è. - Chiese il capo.

- Cio che ho detto. Non c'è. - Allora il capo della banda ando' sul tetto senza vedere la porta.

Intanto Alexia aveva gia fatto tutti e cinque i piani, e vide Michele che era uscito dalla scuola. Si fermò e lo chiamò.

- Alexia come mai qui. Credevo che te ne eri andata.

- E come facevo. Visto che non so la strada.

- Come ! Quando sei venuta con noi. Non hai visto la strada che abbiamo percorso per arrivare qui.

- Ero troppo pensierosa per accorgemene. Sentimi bene non andare con la macchina.

- Perche ?

- Ho visto dei uomini vicino alla tua auto. E ora non ci sono.

- Forse, non sono riusciti a rubarla.

- Ti vuoi fidare di me Michele. Non ti avvic.. - In quel momento l'auto esplose e Alexia butto' giu Michele per proteggerlo dalle schegge. Dopo che entrambi si rialzarono lei disse.

- Hai visto. Figurati se ora stavi dentro, come ti dovevo raccogliere.

- Grazie Alexia. Mi hai salvato la vita. - In quel momento tutti i ragazzi si affacciarono dalle finestre, e videro l'auto in fiamme.

Intanto su un auto nera.

- Ma come mai e esplosa prima.

- Non lo so. Eppure avevo messo la bomba con comando a distanza.

- Per caso non e questa ?

- E proprio questa !! Allora io ho messo la versione col timer.

- Ma sei proprio imbecille.

- Scusa capo non succedera' piu.

- Divertente.

- Cosa c'e ?

- Niente, e solo che era un mio caro amico a chiamarmi imbecille. E io ora ti chiamo a te imbecille.

- Chi era il tuo amico che ti chiamava imbecille.

- Si chiamava Paul.

- Allora tu sei Franchie ho sentito molto parlare di te.

- Sono stato io, a fare fuori il mio amico all'ospedale.

- Ecco perche il nostro capo ti ha affidato questa missione.

- Esatto. Ma come vedi e fallita. Per il momento ritorniamo alla base.

L'auto girò e si diresse a gran velocita verso una zona sconosciuta. Prima pero' passo' davanti alla scuola dove stavano Alexia e Michele. Dall'auto usci una granata. Appena lei la vide tiro per un braccio Michele e scomparì allontanando lui dal raggio dell'esplosione. Ma l'attenzione dei studenti era piu attratta dall'esplosione del auto, che dal fenomeno della scomparsa di Alexia. Solo due persone la videro e erano per fortuna Tomas e Mary.

Intanto nell'auto nera.

- Come mai gli hai buttato una granata su di loro capo.

- Volevo solo provare se li beccavo. Cosi che la missione era compiuta, anche dopo il fallimento della macchina.

Tempo dopo vennero i vigili del fuoco a spegnere l'incendio.
- Ma chi puo essere che ha messo la bomba nella mia auto. - Disse Michele.

- Indovina. - Disse Alexia.

- Non lo so.

- Sono gli stessi che ci avevano sequestrato.

- Ora vogliono a tutti i costi la casa. - Disse Michele.

- Sembrerebbe di si. Ma ora mi devi aiutare Michele.

- In che modo.

- Vedi li ? - Inizio' lei indicando i vigili. - Quelle persone con dei tubi dove esce l'acqua.

- Quelli Alexia, sono vigili del fuoco.

- Ti sei dimenticato del mio problema.

- Hai ragione Alexia, ti accompagno a casa. - Rispose Michele, e i due presero una strada che gli fece fare il giro della scuola. E andarono per la via della casa. E delle domande rimbombavano sulla mente di Alexia.

Nel prossimo episodio

A quanto pare i cattivoni non demordono, neanche a scuola. Come si comporterà l'aliena ? Al prossimo episodio la risposta. ^_^

Note